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Intervista per papale-papale.it

  • Immagine del redattore: Chiara Maggi
    Chiara Maggi
  • 15 apr 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Ringrazio il giornalista Dante Fasciolo per l'attenzione rivoltami con le sue stimolanti domande sul mio ultimo libro, "Occhi di Perla".


Di seguito l'intervista, che trovate anche sul sito della rivista online papale-papale.it.



Intervista di Dante Fasciolo a Chiara Maggi


A – L’amore della ragazza protagonista del tuo romanzo per il suo ragazzo si dispiega in modalità inconsueta… come definiresti questo loro rapporto amoroso? E che senso dare all’amore?

  • Perla e Tiberio vivono un amore travagliato. Non solo per via delle normali incomprensioni, delle paure e della giovane età dei protagonisti, tutte cose che, come spesso accade, influenzano notevolmente un rapporto di coppia; ma anche per il modo nefasto e invadente con cui la vita si impone tra loro, cercando di dividerli. Eppure, come la fogliolina verde che spunta dal suolo sterile dopo un incendio, così il sentimento che li lega li accompagna nel loro viaggio… fin proprio alla fine. Quindi mi sento di poter definire l’Amore vero, quello per cui si darebbe la vita, come l’arma più potente di cui dispone l’uomo; la fonte primaria del sostentamento psicologico ed emotivo che guida tutte le cose. Può far del male, come un veleno, ma può anche guarire come un antidoto. Quello di Perla e Tiberio rientra in questa categoria, ed è tanto forte, poiché sincero e indispensabile, da riuscire a superare ogni confine e a sconfiggere ogni limitazione dettata da spazio e tempo.

B – La morte è presente nel tuo romanzo, quale spazio occupa nel rapporto tra i due giovani protagonisti? Qual è il limite di accettazione e di rispetto?

  • In questo romanzo, la Morte è un’accompagnatrice silenziosa; esattamente come la Vita. Le ho viste fin da subito come due sorelle che si stringono la mano, incontrandosi per la prima volta nello stesso contesto e condividendo, solo per poco tempo, la stessa realtà. Seppur rimanendo separate nelle loro dimensioni individuali, Morte e Vita si guardano negli occhi come riflesso in uno specchio, attraverso una trasposizione materiale rappresentata da Perla e Tiberio. A volte può sembrare che l’una voglia prevalere sull’altra, ma forse sono solo due treni che viaggiano su binari paralleli, fin quando una piega improvvisa degli eventi non li porta a scambiarsi di posto. Pertanto, credo che siano due condizioni da rispettare sempre e comunque, perché non dipendenti dal nostro volere; ed è proprio questo che Tiberio e Perla dovranno imparare ad accettare. Per non parlare del fatto che quello che può sembrare una privazione dolorosa e insostenibile, potrebbe un giorno rivelarsi un dono o un nuovo punto di partenza.

C - Nello svolgersi del racconto c’è spazio per considerazioni filosofiche o spirituali… e quali contorni possono delineare concetti di Fede?

  • La Fede è la terza grande protagonista di questo romanzo. Come nella vita, così anche in questa storia rappresenta qualcosa di strettamente personale, che dipende dalle necessità del singolo individuo. Ma la si può considerare altrettanto una sfida, perché non tutti la vedono allo stesso modo; esattamente come accade a Perla e a Tiberio, che ripongono il loro credo personale in due visioni totalmente opposte, quella religiosa e quella scientifica. Eppure, il concetto che ritengo importante è che, in qualsiasi modo lo si voglia chiamare, Dio, Scienza, Denaro, Ego, Destino, Fato, o simili, ci dovrebbe essere sempre qualcosa a cui aggrapparsi, soprattutto nei momenti di sfiducia nella vita, quando tutto sembra a tinte nere e quando la speranza non riesce a sopportare il peso della più completa incertezza.




Ricordo che "Occhi di Perla" è disponibile in versione cartacea ed eBook su Amazon.



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© 2020 Chiara Maggi

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