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Recensione - Lilo & Stitch (2025)

  • Immagine del redattore: Chiara Maggi
    Chiara Maggi
  • 31 mag
  • Tempo di lettura: 4 min

Bentornata, Disney!

Non vedevo l'ora di piangere di commozione invece che di disperazione per un Live Action e "Lilo & Stitch" è stato lo sperato riscatto dopo il flop di "Biancaneve".

Mi sento di poter anticipare che è un film a cinque stelle in cui il rispetto della trama originale nonchè dello storyboard e di tutti quei dettagli che caratterizzano ogni singolo personaggio sono stati rispettati alla perfezione, manifestando la volontà di dare un senso al concetto di Live Action, in cui sarebbe bene rinnovare e non stravolgere, come è successo spesso in passato.

Partiamo dal protagonista: Stitch. Il coccoloso alieno blu ha dimostrato a pieno titolo che quando si vuole fare un lavoro come si deve, bisogna investirci tempo e denaro, partendo dalla resa grafica che, in questo caso, è stata fornita dall'ottimo intervento della CGI. Tutto ciò che non è reale in questo film lo sembra davvero, e questo non riguarda solo Stitch ma anche tutti gli alieni che compaiono, dall'inizio alla fine, compresi il Dott. Jumba Jookiba, Plealkey e la Presidentessa del Consiglio, identici a quelli del cartone animato in ogni piccola sfumatura sia estetica che comportamentale. Persino le voci dei doppiatori sono molto simili a quelle originali! Onore ai meriti!


Per non parlare, poi, del cast umano scelto per interpretare la piccola Lilo, Nani e David e l'iconico Cobra Bubbles: ammetto che in un primo momento temevo avrebbero scelto degli attori tedeschi per ricoprire il ruolo di abitanti hawaiani, ma per fortuna, il politically correct pare essere discriminatorio solo nel caso degli europei e non il contrario: quindi la scelta è stata ottima, soprattutto nel rispetto della cultura locale che viene messa in scena con orgoglio e fierezza. Vengono infatti mostrate scene di vita quotidiana sull'isola, il mare, l'entroterra, la tradizionale danza Hula e l'inserimento, dal tempismo perfetto, di frasi in lingua che rendono l'atmosfera realistica e affascinante.

Ripetiamo insieme: Ohana significa famiglia e famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato. Questa sicuramente rientra nelle frasi più celebri e storiche per la Disney che mette nuovamente in campo la sua delicatezza nel trattare con rispetto un valore come quello della famiglia e dell'amore tra sorelle che, a differenza del cartone, qui trova i giusti spazi e tempi per svilupparsi, portandoci dietro le quinte di una situazione drammatica, in cui due giovani hanno perso i loro genitori. Il dramma di Lilo, piccola nei suoi sei anni per poterne capire la vera gravità ma pur sempre sufficienti a farle capire che le cose non sono più come prima, a farle crescere la rabbia dentro, alimentata anche dalle sue genialità incomprese e messe in ridicolo dalle prime forme di bullismo tra coetanei; e poi il dramma di Nani, non più che ventenne, alle prese con responsabilità che non le sarebbero dovute competere ancora per molto tempo: una sorella piccola e fuori controllo da crescere, un lavoro da mantenere, la povertà sempre pronta a bussare e le difficoltà di una vita che le è improvvisamente crollata addosso. Tutto perfettamente reso sullo schermo, grazie a dialoghi che ricalcano pedissequamente quelli dell'originale animato ma resi più intensi, profondi ed esaustivi.


Non mancano poi il divertimento delle scene iconiche di Lilo e Stitch sempre a caccia di guai e dei due alieni incaricati di dare la caccia al nostro eroe blu, da alcuni criticati perchè resi umani da un congegno di tecnologia avanzata invece che semplicemente "travestiti", ma secondo me resi invece genialmente e con efficacia e recitati ancora meglio.


Tra l'altro vi invito a notare il minuto del film in cui finalmente si esplicita il motivo per cui Lilo sceglie il nome "Stitch" per il suo nuovo cane: in un momento di follia, Nani lo definisce paSticcione e sua sorella coglie la palla al balzo. Ma questo è solo un modo per dare soddisfazione a chi forse non aveva colto o trovato sufficiente il significato implicito del nome. Stitch in inglese significa "punto di sutura", cosa che l'alieno rappresenta fin dal primo minuto, e poi sempre di più, per una famiglia spezzata dalla solitudine e dall'abbandono. Nonostante tutto ciò che succede nel film o forse proprio grazie a questo, Stitch riunirà due metà di un unico cuore, suturandole con cura.


Infine, ritengo doveroso menzionare l'incredibile lavoro di marketing e promozione che ha anticipato l'uscita del film in sala: come era già successo nel 2002 per l'arrivo del cartone animato, quando l'alieno entrò negli altri film Disney, interrompendone la normale narrazione, anche quest'anno l'iconico personaggio si è infiltrato nelle copertine di Aladdin, Cenerentola, Biancaneve e ha fatto la sua comparsa nei musei, come la Galleria dell'Accademia di Firenze in cui ha letteralmente scolpito la sua stessa statua poi resa disponibile al pubblico proprio all'interno della Galleria.





Non è certo uno spoiler affermare che anche la fine del film risulta quasi inaspettata rispetto al cartone, ma invece che definirla diversa, preferirei dire che è intrigante, realistica e rende giustizia all'interezza di una trama complessa e ai suoi meravigliosi personaggi.

Quindi sì, do tutte le mie stelle a questo film e vi invito a correre al cinema prima di pentirvene!


Voto: 5/5 cum laude

Consigliato: senza ombra di dubbio. Da vedere spesso e volentieri!


Come sempre, mi piacerebbe conoscere il vostro parere in merito:


Ha visto Lilo & Stitch (2025)?

  • Sì!

  • Non ancora ma ci andrò

  • Nah... non mi interessa...



Se lo hai visto, ti è piaciuto?

  • Sì! Sì! E ancora sì!

  • Insomma... mi aspettavo di più

  • No, per niente!




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© 2020 Chiara Maggi

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